
04 Lug Pensione: pianifica da oggi il tuo futuro
Per i cittadini italiani la pensione è una questione molto delicata. Il sistema
previdenziale italiano, anche per via delle frequenti modifiche, è tra i più complessi
d’Europa e questo complica notevolmente la comprensione della propria posizione
contributiva. Ma ognuno di noi dovrebbe porre la giusta attenzione all’argomento e poter
capire facilmente la propria situazione. Ecco quindi che di seguito cerchiamo di fare un
po’ di chiarezza.
Come si calcola la pensione
Dal 1995, anno in cui è entrata in vigore la Riforma Dini, la pensione si calcola in base a
due sistemi: retributivo e contributivo.
Nel sistema retributivo la pensione si calcola facendo riferimento agli ultimi stipendi
percepiti. Non vengono presi in considerazione i contributi versati durante tutta la vita
lavorativa, ma solamente quanto si guadagna negli ultimi anni di carriera. Attraverso il
sistema contributivo, invece, la pensione è calcolata in base alla somma dei contributi
versati, rivalutando questi importi in base all’andamento del Prodotto Interno Lordo.
Questo doppio sistema ha portato a tre tipologie differenti:
1. Chi lavorava da almeno 18 anni prima del 31/12/1995 ha continuato a far
riferimento al sistema retributivo;
2. Chi ha iniziato a lavorare dal 1/01/1996 ha da subito seguito il sistema
contributivo;
3. Chi invece aveva meno di 18 anni di contributi prima del 31/12/1995 è stato
sottoposto ad un sistema misto, prima retributivo e poi contributivo dal primo
Gennaio 1996.
Inoltre, dal 1 gennaio 2012, tramite la riforma Fornero, anche coloro che nel 1995
avevano più di 18 anni di contributi sono passati al sistema contributivo per tutti i
versamenti effettuati dal 2012 in avanti.
Per farla breve, dal 2012 tutti i lavoratori riceveranno un assegno pensionistico
calcolato, totalmente o parzialmente, con il metodo contributivo.
Per avere un’idea più concreta della cifra a cui potrebbe ammontare la propria pensione, è
necessario consultare l’estratto conto contributivo personale. L’Inps, a questo
proposito, fornisce due servizi:
⁃ la busta arancione: inviata a milioni di lavoratori, contiene informazioni
importanti come la data prevista di pensionamento, l’ultima retribuzione o reddito
percepito, una stima del primo assegno di pensione e il tasso di sostituzione;
⁃ sezione La Mia Pensione su sito: tale servizio permette di simulare quale sarà
l’importo della pensione al termine dell’attività lavorativa unendo tre elementi:
età, storia lavorativa e retribuzione.
Il tasso di sostituzione
Il parametro più importante da tenere sotto controllo è il tasso di sostituzione, ovvero il
rapporto in percentuale tra l’importo del primo assegno pensionistico e l’ultimo stipendio
percepito. Questo valore consente di comprendere se e in quale misura sarà possibile
godere dello stesso tenore di vita avuto durante gli anni lavorativi.
I tre pilastri della previdenza
Per concludere, è bene sottolineare quali sono i tre pilastri della previdenza, ovvero le tre
possibili fonti pensionistiche.
1- Previdenza pubblica obbligatoria: è finanziata dai lavoratori e dai datori di lavoro
durante tutto il corso della vita lavorativa. Permette di pianificare la costruzione del
secondo ed eventualmente del terzo pilastro su cui si fonderà il tenore di vita al termine
dell’attività lavorativa;
2- Fondi pensione di categoria: sono alimentati dai versamenti delle aziende e dei
lavoratori in genere previsti nei contratti collettivi dei lavoratori dipendenti. I contributi
raccolti sono investiti al fine di generare un introito da convertire in rendita al momento
del pensionamento.
3- Piani Individuali Previdenziali (PIP): sono degli strumenti di previdenza individuali
che beneficiano di importanti incentivi fiscali, grazie ai quali è possibile garantirsi una
pensione complementare e aggiuntiva rispetto alla pensione pubblica.
Il consiglio è di non aspettare, indipendentemente dall’età o dagli anni lavorativi. Prima
avrà inizio il piano previdenziale e maggiore sarà l’integrazione che si percepirà al
momento della pensione.