
14 Giu Ecco la bussola per le pensioni complementari
Molto spesso ci capita di pensare al nostro futuro e ci arrovelliamo per capire quale forma pensionistica complementare sia quella più adatta alle nostre necessità.
Per scegliere al meglio dobbiamo valutare attentamente diversi fattori come:
- L’anzianità lavorativa
- La tipologia di lavoro
- E la nostra situazione patrimoniale
L’età è tra le variabili più importanti da considerare quando si sta pensando a una pensione complementare; infatti, un giovane lavoratore, avrà la possibilità di effettuare più versamenti rispetto a una persona che si sta avvicinando alla pensione.
A chi si trova nella posizione di un neoassunto o di una persona a cui mancano più di 10 anni alla pensione, generalmente, vengono consigliati i comparti azionari, attraverso i quali si ottengono dei rendimenti più elevati che riescono a uguagliare l’andamento altalenante del mercato.
Per chi si trova a meno di 10 anni dalla pensione, invece, vengono suggeriti i comparti garantiti che propongono rendimenti più bassi, ma hanno risultati che restano continui nel tempo.
La scelta della forma pensionistica più adatta dipende anche dalla tipologia di lavoro che svolgiamo e da quale posizione ricopriamo.
- Ai lavoratori dipendenti che sono destinatari di un fondo pensione negoziale converrà usufruire di questi strumenti perché in questo modo potranno versare in un unico luogo i propri contributi, i contributi dovuti dal datore di lavoro e il TFR (che può essere depositato integralmente o in parte).
- Per i soggetti che lavorano con partita IVA o con contratti interinali o di collaborazione, invece, si può concordare fin dall’inizio l’importo dei contributi da versare, dato che sono predisposti a una discontinuità contributiva. Successivamente, si potrà decidere di modificare l’importo per aumentarlo, diminuirlo o sospenderlo, in base alle proprie necessità.
Cosa succede quando cambio lavoro?
Durante la nostra vita ci capiterà diverse volte di cambiare lavoro e, qualche volta, sarà necessario modificare le scelte fatte in passato.
Quando si desidera rivedere le condizioni della propria pensione complementare devono essere trascorsi almeno due anni, solo dopo questo lasso di tempo si potrà passare a un’altra forma pensionistica più adatta alle nuove esigenze.